Rossini Art Site è stato concepito e realizzato dall’imprenditore e mecenate Alberto Rossini
Alberto Rossini (1934-2015) imprenditore lombardo, nato a Carate Brianza, discende da una famiglia di semplici origini: i suoi genitori, Pietro e Anna, avevano un’osteria in paese. Ha tre sorelle, Amelia, Irma e Marisa.
Il giovane Alberto frequenta le scuole serali di ragioneria a Monza. All’età di diciannove anni inizia a lavorare nella piccola azienda meccanica del cognato, specializzata in stampi per lamiere di metallo. Una decina d’anni più tardi, nel 1969, si mette in proprio, fondando la Ranger Italiana, che in breve tempo si imporrà tra le aziende leader nella costruzione di stampi per le materie plastiche.
Accanto al business, Alberto nutre anche un’incredibile passione per l’arte contemporanea, al punto di aver riempito di sculture l’immenso giardino della sua villa, trasformandolo in uno stupendo museo a cielo aperto. È un amore genuino quello per l’arte, nato in modo completamente slegato da una tradizione culturale o formativa. Un amore nato alla morte del padre: per il sepolcro si affidò all’estro di Gaetano Negri uno scultore poco noto che aveva il suo laboratorio in Brianza, allora assistente di Marino Marini, e che realizzò per lui una scultura astratta. Fu così che Rossini nel 1953 acquistò la prima opera della sua collezione, all’età di soli vent’anni, e iniziò ad interessarsi d’arte.
Negli anni che seguirono, Alberto e la moglie, Luisa Rossini, continuarono ad acquisire opere, rivolgendo sempre più frequentemente lo sguardo verso l’arte Informale.
Tra gli anni Settanta e Ottanta furono acquisite opere di Tancredi, Vedova, Dova, Crippa, Fontana, Capogrossi, Birolli, Morlotti, Cassinari, ma anche degli astrattisti comaschi come Rho e Radice.
Tra la metà degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta venne acquisito il nucleo più massiccio della collezione: le acquisizioni di Alberto Rossini erano sempre regolate dall’istinto, da una spinta emozionale. Un istinto avanguardistico che lo guida anche in campo aziendale: negli anni Settanta affianca alla produzione stampi la divisione stampaggio materiali termoplastici fondando la Rangerplast.
In quello stesso periodo Ranger Italiana realizza il primo stampo al mondo per paraurti in SMC (Poliestere fibra vetro) per la Renault 5.
Nei primi anni Ottanta Ranger è tra le prime aziende ad avvalersi di macchinari elettronici, ma è negli anni Novanta che l’azienda inizia collaborazioni importanti con Ferrari: Ranger diventa il primo fornitore di parti in plastica e materiale composito, a cui seguiranno Audi, Porsche, Aston Martin, BMW, Bentley, Maserati, Rolls Royce e tutti i marchi più importanti nel settore.
In quegli stessi anni Alberto conclude anche le più importanti collaborazioni in campo artistico: sull’onda della passione di Alberto Rossini per l’arte contemporanea, per molti anni anche l’azienda di famiglia ha individuato nell’arte uno strumento efficace di comunicazione interna ed esterna della propria identità, basata sulla sperimentazione e sull’innovazione tecnologica. Sebbene il tipo di attività possa sembrare, a prima vista, distante dalla ricerca estetica, l’azienda ha più volte messo a disposizione degli artisti i propri spazi ed i propri materiali. Quasi si trattasse di una fonderia, a Carate Brianza sono stati realizzati progetti del tutto innovativi, attraverso il contatto diretto tra l’artista ed il personale. Tra questi merita sicuramente una citazione quello che ha visto il grande artista César dare forma presso lo stabilimento di Rossini alla sua Suite Milanaise (recentemente esposta in una grande mostra presso il Céntre Pompidou di Parigi), che valse ad Alberto Rossini nel 1998 il ‘Premio Guggenheim Arte e Impresa’.
Nei primi anni Duemila l’azienda si Rossini acquisisce in Francia la società di stampaggio della Matra Venture Composites, dedicata allo stampaggio e verniciatura di particolari auto, principalmente per Renault e Peugeot (Ranger France) e due anni più tardi la Rangerplast viene premiata tra le 500 migliori aziende europee per il più elevato tasso di crescita, aggiudicandosi la 33esima posizione, seconda tra le aziende italiane.
Sono anni in cui Alberto Rossini pensa in grande e inizia a dare forma all’idea di trovare una collocazione museale per la sua collezione d’arte, così commissiona allo studio SITE di New York, guidato dall’architetto James Wines, tra i massimi esponenti della Green Architecture, la realizzazione del pavilion che oggi domina il parco di sculture, inaugurato nel 2007.
Due anni più tardi, a causa della grave crisi mondiale del settore automotive, Rossini è costretto a cedere il gruppo Ranger e anche il progetto museale subisce un rallentamento. Da quel momento in poi Ranger si focalizza maggiormente nello sviluppo dei compositi e materiali innovativi anche con fibre di carbonio per andare a soddisfare una richiesta del settore auto che basa la sua attenzione sull’alleggerimento dei componenti, soddisfano l’emergente sviluppo di vetture innovative, ibride o totalmente elettriche.
Nel 2014 Alberto Rossini acquista dall’artista messicano Raymundo Sesma l’ultima opera della sua collezione e nel 2015, gravemente malato, si spegne nella sua abitazione di Briosco un mese dopo aver realizzato il sogno di aprire finalmente al pubblico il suo parco-museo Rossini Art Site.
Oggi sono i figli Marco e Matteo a guidare l’azienda di famiglia. Fortunatamente hanno ereditato da Alberto la stessa passione per l’arte, così Marco si occupa di Rossini Art Site, mentre Matteo segue da vicino la Fondazione Pietro e Alberto Rossini, istituzione no profit impegnata nella valorizzazione dell’arte contemporanea.
Intervista ‘Corriere della Sera’